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CONSIGLI DEL VIVAISTA

MELO FIORENTINO ( Malus florentina)

IMPORTANTE: COLTIVIAMO QUESTA SPECIE GIA’ DA DIVERSI ANNI, E PURTROPPO ABBIAMO CONSTATATO CHE ATTIRA MOLTO UN TERRIBILE PARASSITA, L’OZIORRINCO ( Othyorrincus Cribricollis). QUESTO DURANTE IL SEMESTRE FREDDO SOTTO FORMA DI LARVE, DANNEGGIA L’APPARATO RADICALE DELLE PIANTE COLTIVATE O TENUTE IN VASO, INDEBOLENDOLE E FACENDOLE MORIRE IN POCHI ANNI, ANCHE PER L’INSEDIARSI DI INFEZIONI FUNGINE NELLE FERITE; IL MELO FIORENTINO QUINDI NON E’ INDICATO PER ESSERE ALLEVATO IN CONTENITORE,
MENTRE E’ FACILMENTE ADATTABILE A VARI TIPI DI TERRENO, IN PARTICOLARE QUELLI ASFITTICI E SUBACIDI.

Il Melo Fiorentino è un ibrido naturale e geneticamente stabile tra Melo selvatico e Ciavardello; la sua distribuzione nel mondo è limitata alle zone che si affacciano sull’Adriatico, quindi versante Appenninico orientale e ex Jugoslavia fino all’Albania.
E’ un arbusto o alberello che raggiunge 8-10 m d’altezza con una crescita medio lenta.
 Alligna nei cerreti e castagneti a quote comprese tra 300 e 800 mslm, su tutti i versanti con preferenza per quelli meridionali, quindi è una specie che ama climi temperati e precipitazioni regolari ed abbondanti.
Sembra gradire l’ombreggiatura da parte delle specie superiori anche se poi fruttifica meglio al sole; i frutti sono commestibili anche per l’uomo quando ammezziscono e attirano le specie di uccelli che si nutrono dei suoi semi.
Il Melo Fiorentino è adattabile a varie situazioni analoghe a quelle naturali; se posto a dimora in luoghi aridi e poveri di sostanza organica cresce molto lentamente ed è soggetto ad annate con ruggine delle foglie che causa la perdita anticipata di queste; un miglioramento del terreno tramite l’aggiunta di sostanza organica d’origine sia animale che vegetale, ben maturata e dotata in azoto organico rende più improbabile il manifestarsi della malattia.

Distanza minima tra le piante: 3 m sulla fila e 4 m da piante già esistenti.

melo fiorentino