CONSIGLI DEL VIVAISTA
BORSOLO (Staphylea pinnata).
Il Borsolo è una specie diffusa nell’Europa centro-sud-orientale; la sua presenza in Italia è discontinua e rara, ciò non toglie che in alcune località è molto frequente.
Vegeta in un intervallo altimetrico tra 0 e 800 mslm.
Predilige suoli freschi e drenati, calcarei, esposti a settentrione e coperti da latifoglie; si tratta infatti di una specie decisamente sciafila, presente solo in selve ombrose e riparate dai venti.
La sua crescita è veloce; il portamento è cespuglioso, non molto ramificato, con internodi lunghi; nella forma rassomiglia a specie come il Nocciòlo e il Sambuco Nero (Corylus avellana e Sambucus nigra) che spesso lo accompagnano.
E’ una specie coltivabile senza problemi in situazioni analoghe a quelle sopra descritte; per contro mal sopporta eccessivo soleggiamento e ventilazione e men che meno la siccità.
I suoi utilizzi sono limitati a fini conservativi e per scopi ornamentali; produce infatti una bella fioritura bianco-rosata e anche i frutti attirano l’attenzione.
La sua messa a dimora si deve effettuare in presenza di copertura arborea totale o almeno in mezz’ombra, su terreni fertili e freschi, non in presenza di ristagno idrico; rispettare la distanza minima tra le piante o da alberi già esistenti di 2 m.N.B. : la famiglia delle Staphyleacee alla quale appartiene il Borsolo come unica specie europea, è molto affine a quella delle Celastracee che annovera tra le specie europee solamente gli Euonymus; due specie di Euonymus, l’E. europaeus e l’E. latifolia noti col nome di Fusaggine o Cappello del Prete, hanno caratteristiche analoghe a quelle del Borsolo, ma sono più versatili negli utilizzi.