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CONSIGLI DEL VIVAISTA

ACERO OPALO (Acer opulifolium).

IMPORTANTE: COLTIVIAMO QUESTA SPECIE GIA’ DA DIVERSI ANNI, E PURTROPPO ABBIAMO CONSTATATO CHE ATTIRA MOLTO UN TERRIBILE PARASSITA, L’OZIORRINCO ( Othyorrincus Cribricollis). QUESTO DURANTE IL SEMESTRE FREDDO SOTTO FORMA DI LARVE, DIVORA L’APPARATO RADICALE DELLE PIANTE COLTIVATE O TENUTE IN VASO, INDEBOLENDOLE E FACENDOLE MORIRE IN POCHI ANNI; DURANTE IL SEMESTRE CALDO CONSUMA LE FOGLIE RENDENDO LE PIANTE COLTIVATE NON COMMERCIABILI; IL PROBLEMA NON PERMANE UNA VOLTA CHE QUESTE SONO POSTE A DIMORA NEL TERRENO, QUINDI LA SPECIE NON E’ ADATTA PER ESSERE TENUTA IN VASO.

L’Acero Opalo è una specie con areale limitato alle zone di media montagna della parte europea che si affaccia sul Mediterraneo Occidentale; in Italia la specie è stata recentemente suddivisa in tre sottospecie poi elevate a specie vere e proprie: l’Acer Opulifolium presente in Liguria e Appennino Settentrionale; l’Acer Obtusatum presente nell’Italia centrale, e l’Acer Neapolitanum presente dalla Campania in giù.
Nell’Appennino Settentrionale l’Acero Opalo si colloca prevalentemente su terreni calcarei ben drenati, e in esposizioni settentrionali o comunque fresche; tali condizioni si addicono anche al Carpino nero, infatti le due specie si trovano spesso insieme negli ostrieti, a quote comprese tra 300 e 1000 mslm.
La sua crescita è medio veloce, e se nelle stazioni più ingrate può rimanere un arbusto, dove incontra le condizioni migliori arriva ai 20 m d’altezza tendendo sempre a sviluppare una chioma tondeggiante.
Si tratta comunque di una specie rustica e longeva, anche se non è adatto ai terreni asfittici con ristagno idrico.
Sarebbe principalmente una specie forestale per la produzione di legname da opera, ma non sempre questa attitudine gli viene riconosciuta; molto interessante anche come specie ornamentale e caratterizzante il paesaggio appenninico: in primavera per la sua vistosa fioritura precoce di colore giallo, e in autunno per la splendida colorazione del suo fogliame.
Nella sua messa a dimora bisogna avere cura di proteggerlo dalla fauna selvatica finchè non ha raggiunto dimensioni tali da non poter più essere danneggiato; tale protezione può essere fatta artificialmente con rete e tutore, naturalmente adoperando specie spinose in abbinamento; il secondo metodo ha il vantaggio di essere meno costoso e lo svantaggio di rallentare la crescita delle giovani piante. Distanza minima tra le piante: 8 m l’una dall’altra, 10 m da alberi già esistenti.

 

acero opalo

acero opalo